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17 giugno 2014

Il profumo del mosto selvatico, tra serenate e cioccolatini

A poco meno di vent'anni dall'uscita, il Profumo del Mosto Selvatico resta un film indimenticabile tra i più romantici della storia del cinema

http://www.finzionimagazine.it/news/attualita-news/la-nuova-collana-di-narrativa-della-casa-editrice-tunue/

Quasi vent’anni e non sentirli: Il Profumo del mosto selvatico – pellicola del 1995 – conserva intatto il suo fascino e il suo travolgente romanticismo.
Ispirandosi a Quattro passi fra le nuvole, film italiano diretto da Alessandro Blasetti, il regista Alfonso Arau mette insieme una trama coinvolgente e un cast variegato, mescolando attori di grande esperienza quali Anthony Quinn e Giancarlo Giannini, a notevoli promesse del cinema, come un giovanissimo Keanu Reeves.
La fotografia è impeccabile: i panorami agresti sembrano rubati a un dipinto e pare di respirare tutto l’incanto della vendemmia, l’odore acre e inebriante del mosto. Le musiche di Maurice Jarre, valsero al film il Golden Globe per la migliore colonna sonora, appassionata e struggente, come l’indimenticabile Serenata Mariachi.

La trama

Tornato dalla guerra, Paul Sutton scopre che la moglie Betty non ha patito molto la sua mancanza. In attesa di ricostruire il suo matrimonio, tra lontananza e tradimenti, riprende la sua attività di rappresentante di cioccolatini. È durante uno dei suoi lunghi viaggi in treno che si imbatte nella splendida Victoria, figlia di Alberto Aragon, il proprietario di un vigneto da sogno chiamato “Le Nuvole”. La giovane donna, che frequenta l’università in città, sta tornando a Napa Valley ma è tormentata da un terribile segreto: aspetta un figlio illegittimo dal suo professore e teme la rabbia del padre.
Paul decide di aiutarla accompagnandola a casa e fingendosi suo marito per poi sparire dopo un paio di giorni lasciando una lettera d’addio. Nonostante i piani, l’accoglienza non è delle migliori e i due devono scontrarsi con la gelosia di Alberto e la sua rabbia per non essere stato avvertito delle (finte) nozze. La madre Maria José e il nonno Don Pedro, restano invece colpiti dalla simpatia e dal fascino di Paul.
Gli eventi, il destino e la malinconia lo trattengono più del previsto: da orfano ritrova nel vigneto la famiglia che non aveva mai avuto e un calore che gli fa dimenticare gli orrori della guerra. La magia della vendemmia e la bellezza di Victoria fanno il resto, Paul vorrebbe poter non andare via mai più. Nel frattempo Alberto decide di ufficializzare le nozze facendo sposare i due con rito religioso: a quel punto Victoria è costretta a rivelare la verità mentre il protagonista deve a malincuore lasciare la vigna per tornare a casa. La moglie però gli propone di annullare il matimonio e, felice, Paul fa ritorno a Napa Valley per riabbracciare il suo vero amore. Al suo rientro Alberto è furioso e, ubriaco, scaglia contro il finto genero una lampada a petrolio che finisce nel vigneto, incendiandolo.
Domare le fiamme è impossibile ma Paul non si perde d’animo: aiuta la famiglia e i lavoranti a spegnere l’incendio ma, soprattutto, estirpa la radice della pianta madre, quella che è riuscita a resistere al fuoco.
Sarà da quella radice e dalla nuova vita che Victoria serba in grembo, che il vigneto e la famiglia risorgeranno.

Le frasi più belle

  • I vestiti sono come la famiglia: bisogna viverci dentro un po’ prima di sentircisi bene.
  • Il cuore vuole ciò che il cuore desidera.
  • Io credo che ci sia una persona perfetta per tutti. Una che ti ami qualsiasi cosa accada.
  • Non serve a nulla discutere tra uomini e donne: dove noi pensiamo, loro sentono. Sono creature del cuore.




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