27 giugno 2014
La cucina giapponese oltre il sushi
Quando si parla di cucina giapponese ci viene subito in mente il sushi. Invece, la terra del sol Levante, offre possibilità culinarie molto più ampie. Vediamo insieme quali.

I principi base dell’alimentazione nipponica sono la freschezza, la bontà e la qualità.
Quando pensiamo alla cucina giapponese la nostra visione è limitata solo al sushi, sashimi e pochi altri elementi. Allargando il nostro “campo visivo alimentare”, possiamo invece trovare piatti come la Soba: pasta di farina e acqua in una dose abbondante di brodo. I giapponesi sono grandi amanti del riso, consumato in abbondanti ciotole, impastato con l’uovo crudo o semplicemente mischiato con l’alga nori. Vediamo l’uso del riso anche negli onigiri: tipiche polpette ripiene di pesce dalla forma triangolare (per esempio le troviamo nei cartoni animati giapponesi. Gli onigiri sono quei triangoletti bianchi che spesso vediamo mangiare con gusto).
Il menù della cucina giapponese si estende ulteriormente con la tempura, che è una rivisitazione della frittura “importata” dai missionari portoghesi. Popolo anche grande amante anche della pasta, abbondantemente utilizzata nel ramen, piatto che prevede l’utilizzo di spaghetti in brodo.
Okonomiyaki è una sorta di “ pizza occidentale”. È una frittatona dove si può mettere dentro qualsiasi cibo. Infatti “okonomiyaki” significa “okonomy=ciò che vuoi” e “yaki=alla griglia”. Viene cucinato su di una piastra calda. Si possono trovare dei ristoranti dove è lo stesso cliente che si prepara sul proprio tavolo (con piastra annessa) l’okonomiyaki che preferisce. E’ famoso quello di Hiroshima, dove esistono centinaia di locali dedicati a questa pietanza.
Anche nel campo dei dolci il Giappone non è da meno, con una grande varietà di ricette soprattutto a base di riso.
Il termine Daifuku indica i dolcetti di riso pressato, composti da riso glutinoso farcito da pasta di fagioli azuki.
Dango è, invece, una piccola polpetta di riso infilzata su un bastoncino. Viene spesso servita con il tè verde.
Prende il nome di Dorayaki un dolce rotondo e sottile costituito da castella (una specie di torta soffice) avvolta da pasta di fagioli; in giapponese dora significa “gong” e vista la somiglianza di questo dolce con il famoso strumento, si pensa possa essere questa l’origine del nome.
Per i più fantasiosi ai fornelli c’è Manju, un dolce al vapore circondato da un impasto di farina e disponibile in diverse forme, come pesche, conigli e funghi.